La Roma si lecca le ferite dopo la sconfitta subita per mano della Juve allo Juventus Stadium. 2-0 per i bianconeri ma la storia della partita non si ferma al risultato. I giallorossi convincono eppure non riescono a scardinare il muro formato dalla difesa della squadra di Pirlo. A deciderla è il solito Cristiano Ronaldo nel primo tempo ed un autorete di Ibanez nel corso della ripresa.
LA GARA
Pronti via, la Roma parte bene, poi come già accaduto alla squadra di mister Fonseca, un lampo della squadra avversaria e si va sotto. Ad aprire le danze al 12° è Cristiano Ronaldo con un gol da grandissimo attaccante. Stop di destro e sinistro ad incrociare. Pau Lopez che se ne dica non può nulla, è 1-0 per i piemontesi. La Roma reagisce, prova, palleggia, crea, fino alla trequarti, poi l’impressione è che nel momento decisivo non riesca mai a scardinare il perfetto congegno difensivo della Juve. Un tiro di Cristante al volo, finito alla destra di Szczesny è troppo poco nonostante sul campo siano i giallorossi a fare la voce grossa. Nella prima frazione c’è tempo per le proteste per un presunto rigore non dato per un fallo in area di rigore subito da Villar (rivedendolo poi a rallentatore il tocco sembra palese ndr) e per una traversa bianconera, ancora con Cristiano Ronaldo, poi poco più.
Il secondo tempo si apre seguendo la stessa trama del primo. La Roma propone gioco e la Juve la attende ma ancora i capitolini non riescono nell’ultimo passaggio e nel tiro. Arrivano i cambi per entrambe le squadre ma neanche Dzeko, subentrato a Borja Mayoral riesce nell’obiettivo. Dall’altra fanno la differenza gli inserimenti di Cuadrado e soprattutto Kulusevski che con la sua palla al centro dell’area di rigore romanista propizia l’autogol di Ibanez al 69°. Di fatto si scrive la parola fine alla gara. Termina 2-0 per la Juve che supera in classifica la Roma che scende al quarto posto con 40 punti (42 per gli uomini di Pirlo ndr).
ORA SERVE CONTINUITA’
Dopo il periodo rocambolesco condito dalla sconfitta per 3-0 nel derby, l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dello Spezia e il conseguente allontanamento di Dzeko in casa Roma sembra tornata la calma. I tre punti, questa volta in campionato, prima con lo Spezia e poi con l’Hellas Verona hanno di nuovo dato vigore a un gruppo e un allenatore che sembravano sull’orlo della disperazione. Ora anche Dzeko, vuoi per quieto vivere, vuoi perché alla fine della stagione manca ancora molto e gli obiettivi sono importanti, è tornato a far parte della squadra. Ora però è il tempo della credibilità che passa dal saper essere continui. Alle montagne russe se si tifa Roma si è abituati ma non è con queste che si riuscirà nel vero grande obiettivo di questa stagione, la Champions League.
SARA’ LOTTA FINO ALLA FINE
La Champions appunto. Nonostante Juve, Inter e Milan non siano a moltissime lunghezze dal club di Trigoria (il primo posto dei rossoneri attualmente a 49 punti, a +9 sui giallorossi ndr) sembra che il passo preso sia diverso. Le tre grandi del nord hanno una continuità che ad ora né la Roma né le altre pretendenti al piazzamento Champions, Lazio, Napoli e Atalanta hanno mostrato. Sembra quindi delinearsi un quadro in cui alla fine a spuntarla per l’ultimo posto utile per la competizione europea più importante sarà chi sbaglierà meno. Per la Roma non c’è più tempo da aspettare, ora serve il salto di qualità, per capire se ci si può considerare grande o ancora in balia degli avversari.