Non esiste il vice-Dzeko

Da tempo, ormai, quando si parla di Edin Dzeko lo si fa più spesso in riferimento a chi dovrebbe farne le veci. In sostanza, è più frequente sentir parlare del vice-Dzeko piuttosto che di Dzeko stesso. Non si tratta, in ogni caso, di una tendenza recente. Di fatto, la caccia al vice-Dzeko va avanti dal 2017: l’anno dell’addio al calcio di Francesco Totti e del 31° compleanno del bosniaco. Abbastanza per iniziare a preoccuparsi del futuro dell’attacco giallorosso. Individuato, stagione dopo stagione, in Patrik Schick, Gregoire Defrel e Nikola Kalinic. Nomi scritti sull’acqua della storia della Roma.

Arrivato il turno di Borja Mayoral, la speranza è ovviamente che la Roma abbia finalmente fatto la mossa giusta. Che lo spagnolo si riveli un adeguato sostituto di Edin Dzeko. Che, per il momento, sia in grado di prenderne il posto con più continuità di quanto abbiano fatto i suoi predecessori. Il rischio, tuttavia, è di incappare in un’altra delusione. E non per qualche mancanza di Mayoral, ma per le aspettative riposte in lui come vice-Dzeko. Un’espressione coniata per indicare un problema, e divenuta essa stessa problema.

L’equivoco

Quando si parla del vice-Dzeko, nella testa di ogni tifoso romanista si materializza un’immagine precisa. Non quella di un centravanti di riserva, bomber o meno che sia. Non quella di un calciatore qualsiasi, più o meno all’altezza del bosniaco. Ma, di fatto, Dzeko stesso. Nell’immaginario collettivo, se non è proprio Edin Dzeko, il vice-Dzeko è un calciatore “alla Dzeko“. Che, però, non esiste. O meglio: non esiste un attaccante alla portata della Roma che abbia le stesse caratteristiche del bosniaco. La ricerca del vice-Dzeko si sta avvitando attorno a questo equivoco. Un equivoco da superare, necessariamente e alla svelta, per non rendere la ricerca del vice-Dzeko più frustrante e infruttuosa di quanto già non sia stata finora.

Chiunque prenda il posto di Edin Dzeko, non essendo Edin Dzeko, costringe la Roma a cambiare. Piccolo o grande che sia, ogni mutamento va accettato, compreso e assimilato. Fasi di un processo che rischia di non iniziare neppure, se si pensa che chi sostituisce il bosniaco faccia le stesse cose, allo stesso modo. Giocare indifferentemente spalle o fronte alla porta, abbassarsi e aiutare la manovra, imbucare e segnare, esserci sempre. L’enorme mole di lavoro che gestisce Dzeko non è alla portata di tutti. Perché non tutti sono campioni come lui. E se esiste un calciatore in grado di fare tutto questo, probabilmente non lo fa con la stessa qualità del bosniaco. Occorre dunque slegare l’idea del vice-Dzeko da Edin Dzeko.

Il vice e l’erede

Accettare, comprendere e assimilare che, senza il bosniaco, la Roma cambi pelle. Che si passi meno dalla manovra, che esterni e trequartisti giochino in modo diverso, che non si vedano le stesse giocate cui Dzeko ci ha abituato nel corso degli anni. Macinando numeri e record con una continuità spaventosa per un calciatore arrivato a 29 anni compiuti. 229 presenze, 109 gol, 51 assist e appena 11 partite saltate per problemi fisici, escludendo l’ultima assenza, a Genova, causa Covid. Numeri che non può vantare neanche Arkadiusz Milik, di nuovo accostato alla Roma, spesso dipinto come ideale vice ed erede di Edin Dzeko. Numeri che il polacco non può vantare anche perché, dal suo sbarco in Serie A, è stato tormentato da infortuni che lo hanno costretto a saltare ben 61 partite. Un dato che incide in maniera pesante sul suo score con la maglia del Napoli: 122 presenze, 48 gol, 5 assist.

Numeri che non descrivono il reale valore di Milik. Ma anche il polacco, in ogni caso, non sarebbe un buon vice-Dzeko. Perché, molto semplicemente, è un calciatore diverso dal bosniaco, per quanto possa ricordarlo sotto il profilo fisico o tecnico. Non fa il lavoro che fa Dzeko, o comunque non lo fa con la stessa qualità. Ciò non toglie, tuttavia, che sarebbe un sostituto più che all’altezza del bosniaco. Un centravanti completo, che, al netto di guai fisici, potrebbe dare tanto alla Roma, a prescindere da chi la guidi. Un sostituto adeguato e un candidato credibile per raccogliere l’eredità del bosniaco. Questo potrebbe essere Milik. Ma questo, soprattutto, deve essere l’obiettivo della ricerca della Roma. È inutile cercare un vice-Dzeko come Dzeko. Perché, come Edin Dzeko, c’è solo Edin Dzeko.