Oggi, durante la nostra trasmissione Cor core acceso – romatube.it, in onda sulle frequenze di Non è la Radio, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’attore e conduttore televisivo romano Gianmarco Tognazzi. Queste le sue parole ai nostri microfoni in merito al momento che stiamo vivendo tutti noi e al big match di stasera tra Milan e Roma:
Buongiorno Gianmarco. In apertura ti chiediamo un commento sulla situazione attuale, dopo il nuovo DPCM e la chiusura di cinema e teatri
Continuo ad avere il dubbio che non ci sia una logica. Il problema è quello di essere trattati come ‘tempo libero’, non come un lavoro. Questa storia deve finire. I lavoratori dello spettacolo sono lavoratori e non vanno a giocare. C’è gente che lavora 14 ore al giorno, chi guadagna come un operaio. Costa caro alla cultura, vedremo quanto ne pagheremo in ignoranza futuro. Manca il confronto, è inaccettabile. A me che il film non esca non mi interessa, non è questo il problema. Oltretutto è chiaro che per la situazione attuale il film non avrebbe avuto grande successo. Credo che fino a che non si tornerà alla normalità totale nella nostra vita quotidiana è chiaro che il mercato non potrà essere valutato minimamente sulla qualità e sull’apprezzamento di un film. Credo che il segnale importante che dava in questo caso 01 e la produzione Lucisano, era quello che proprio in un momento come questo uscire con un film importante, che ha un certo costo produttivo, voleva dare la sensazione alla gente che la vita cercava di andare avanti con una normalità. Chi voleva andare al cinema in sicurezza lo poteva fare. Mi sembrava un segnale di responsabilità, al contrario dell’irresponsabilità di cui in qualche modo uno poi si sente involontariamente accusato. Sembra quasi che tu stai andando contro la soluzione alla pandemia uscendo con il film perché il cinema diventa il luogo di aggregazione. Perché il cinema è un luogo di aggregazione che può creare contagi? Al di là dei dati Agis che dicono che su 347 mila persone c’è un contagiato da giugno ad ottobre, quindi parliamo di un paradosso. Qual è la differenza tra l’andare ad una celebrazione in chiesa e andare al cinema? Qual è la differenza tra andare al museo o a teatro? Nessuna. Ecco la pretestuosità del provvedimento.
Tra l’altro ieri è uscito un comunicato di UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) di cui fai parte
Io parlo a nome mio e anche a nome di Unita. Siamo diventati un’associazione di categoria e stiamo cercando di dare una dignità e dare la giusta comunicazione al nostro lavoro. E’ diventato stucchevole pensare sempre che ci sia una percezione di questo settore, dove le cose si fanno come se non fosse un vero e proprio mestiere. E’ giusto che come associazione di categoria si prendano posizioni e si pretendano dei chiarimenti rispetto a un settore e alle persone. Non siamo tanto noi attori, badate bene. Noi parliamo delle maestranze, dei tecnici di teatro, di alcuni attori che hanno visto arrivare i soldi a determinati teatri come sostentamento da parte anche delle istituzioni e questi soldi non sono mai stati dati ai diretti interessati. Qui ci sono delle cose molto gravi, che rappresentano il vivere di famiglie. Non ci si può giocare più sennò da attori diventiamo attori maleducati. Ci stiamo arrivando anche molto poco moderati. Forse le istituzioni avranno capito che con noi il giochino è finito.
Ma non c’è modo di avere un confronto con le Istituzioni?
Non c’è modo di confrontarsi. Il problema è questa cosa all’italiana. Una cosa di facciata no, le cose devono essere concrete. Noi arriviamo con delle ipotesi, delle idee, delle mozioni e tu hai la responsabilità di gestire quel settore e devi dare delle risposte e delle motivazioni. Se queste non sono valide, io continuo a fare delle domande sui perché. Siamo veramente basiti. Anche noi ad un certo punto reagiamo. non è che possiamo sempre porgere l’altra guancia perché siamo bravi a fingere. Noi fingiamo nel lavoro, invece la vita certe volte sembra recitare intorno più di quanto non recitiamo noi. Non è che il settore dello Spettacolo e della Cultura devono avere un’attenzione maggiore rispetto a qualsiasi altra categoria perché sono dei privilegiati. Non è assolutamente questo. A parte che impoverire culturalmente un Paese in un momento in cui sta già soffrendo sotto il profilo economico e morale, è un errore clamoroso. Qualcuno diceva che l’uomo non si nutre di solo pane, lo diceva qualcuno di alto, altissimo.
Certo la situazione appare davvero complicata e a volte le scelte poco comprensibili
Va bene tutto, se supportato da qualcosa che ci dimostra che c’è un problema. Nel nostro settore si sono attenuti ai protocolli, hanno speso delle cifre molto grosse per sanificare, tenere un posto si e due no, la gente con le mascherine. Allora i mezzi pubblici non devono girare, punto. Basta! Ieri ho sentito che dobbiamo levare le cose che invogliano la gente ad uscire di casa. Spero che stiano scherzando. Sennò rasentiamo i tempi di “Con la cultura non si mangia”, stiamo a questi messaggi qui. Noi come popolo italiano non possiamo scordarci sempre però delle cose che succedono, sennò è un lamentio continuo, diventa un esercizio di stile e basta. Ieri abbiamo avuto un lungo confronto con tanti colleghi, su zoom, per parlare di questa situazione, cercare di vedere, capire. Poi io nella comunicazione delle cose sono molto passionale, ma c’è gente molto più moderata di me che è molto più incazzata di me, ve lo assicuro.
Cerchiamo di andare su cose più leggere adesso: quali sono le tue impressioni su Milan-Roma di stasera?
Arrivano due squadre che non avevano pronostico, questo per dire quanto poi certe volte le parole sono superflue, le opinioni dell’estate. Milan e Roma sono le due squadre più in forma in questo momento, senza dubbio, anche per lo sviluppo di gioco. Sarà una partita molto combattuta. I rossoneri iniziano ad avere un problema statistico: erano anni che non si facevano questi record di vittorie, di risultati e di continuità. Il Milan ha dalla sua la variabile che prima o poi la ruota si ferma, anche per una questione cabalistica. E’ una squadra abituata a dare il meglio di se navigando nell’ombra, nel totale disinteresse, come ha fatto l’ultimo anno. Partita dopo partita ha trovato coesione. Se il Milan mantiene la fame, la concentrazione e la voglia può continuare a fare ottime prestazioni. La Roma, a mio giudizio, sta giocando molto bene. Il Milan ha avuto praticamente tutta la difesa fuori, Ibra, Rebic e Leao sono stati fermi. Sono due squadre che hanno saputo continuare il loro percorso di crescita nonostante le assenze. Sarà una partita combattuta e di solito queste gare finiscono in pareggio. Non ho capito come ha fatto a recuperare Calhanoglu, non vorrei che si prendessero un rischio. Mi fido, però, di Pioli e dello staff.
Un giocatore che porteresti via alla Roma?
Pedro mi sta piacendo molto, mi è piaciuta la crescita di Mkhitaryan. Dzeko è quel tipo di giocatore di cui il Milan avrebbe avuto bisogno, prima dell’arrivo di Ibrahimovic. Il bosniaco era vicino ai rossoneri, parliamo di 15 anni fa. Galliani gli faceva la corte e se n’è parlato prima che ci fosse qualsiasi altra ipotesi di venire in Italia, ma non ci riuscì. Quindi in qualche modo il rapporto subliminale tra Dzeko e il Milan è un rapporto che non si è mai trovato fino in fondo. Quindi ti direi anche Dzeko per legarlo a una cosa passata, in una epoca dove il Milan aveva una forza organizzativa e societaria che sta ritrovando ma che ha perso per tanti anni.
E’ la partita dei “grandi vecchi” ma anche dei giovani: sia Roma che Milan hanno investito su ragazzi forti, come Kumbulla, Ibanez, il Milan ha tirato fuori Gabbia, poi ha preso Tonali…
Quando lo dicevo io di Gabbia mi sono preso anche qualche insulto da alcuni tifosi milanisti, anche se oramai bisogna distinguere tra quelli da tastiera e quelli da Stadio. Comunque la testa è importante nel calcio di oggi. C’è un atteggiamento sbagliato dove si pensa che tutte le soluzioni alle squadre non siano trovare la quadra e la continuità, ma sia il cambio e chi compriamo, ci si chiede sempre chi comprare, comprare, comprare. Certo che è importante chi compri, ma c’è una facilità a dare un giudizio spesso sugli italiani giovani. Non c’è la pazienza di aspettare e di valutare. Gabbia sta facendo bene nonostante la giovane età, ha fatto un suo percorso. Calabria sta sovvertendo qualsiasi tipo di pronostico nei suoi confronti rispetto a come aveva giocato nelle ultime due stagioni. Fino ad oggi Calabria ha dato segno di grande maturità e non vedo perché devo andare a prendere un altro terzino. Mi sembra che la sua qualità sia ritrovata, ci vuole un po’ più di attenzione nello sparare giudizi sui giocatori e sulle persone. Nella Roma c’è una altro giovane come Carles Perez (che sarà assente per un tonsillite ndr) che è fortissimo, veloce e di gamba. Il calendario che ti mette una partita ogni tre giorni, le incertezze sui giocatori, è difficile gestire una rosa. La Roma è una squadra che darà filo da torcere a tutti secondo me.
Sappiamo che non li ami, ma possiamo chiederti un pronostico su Milan-Roma?
No io non lo faccio di solito, prima ho anche detto che penso che queste partite possano finire con una “x”. Speriamo sia una bella partita. Quando si incontrano due squadre abbastanza speculari a volte rischiano di annullarsi. Speriamo che non sia una gara che poi si blocca per timori reverenziali l’uno nei confronti dell’altro.
Un saluto agli amici di Romatube.it. Aggiungo che tra oggi e domani è una giornata importante per la mia famiglia, perché è legata al 30° anno della scomparsa di Ugo Tognazzi. Voglio approfittare di voi per ringraziare tutti i servizi fatti in tv per ricordare la figura di Ugo.