ESCLUSIVA RT – Colantuono: “Roma semifinale meritata, alla pari contro lo United”

Oggi, durante la nostra trasmissione Cor Core AccesoRomatube.it in onda su Non è la Radio e Tele Lazio Nord, abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Stefano Colantuono. L’ex allenatore di Torino, Atalanta e Udinese, tra le altre, ha parlato principalmente della gara di ieri sera tra Roma e Ajax. Oltre al passagio alla semifinale di Europa League ha espresso la sua opinione su alcuni calciatori giallorossi. Queste sono le sue dichiarazioni:

Ha visto Roma-Ajax?
“Una partita un po’ sofferta ma neanche tanto. Il culmine della sofferenza è stato quando hanno fatto il 2-0 che poi è stato giustamente annullato. Per il resto, tutto sommato è stata una partita in controllo. L’Ajax l’ha gestita con grande possesso palla, con grande fraseggio e buon palleggio, ma poi, in buona sostanza, se vado a guardare le occasioni che gli olandesi hanno prodotto, onestamente sono state poche. Nel primo tempo hanno creato un’occasione su un disimpegno sbagliato di Pau Lopez. nel secondo tempo c’è stato il gol di Brobbey e la seconda rete annullata. la Roma non ha rischiato troppo, è stata bassa e si è difesa. Se vogliamo dire qualcosa, magari, non è ripartita molto. Questa può essere l’unica pecca. Poi nelle circostanze in cui è ripartita: una volta ha segnato e nell’altra Pellegrini è arrivato davanti al portiere all’inizio. In nell’altra del secondo tempo l’arbitro ha fatto una cappellata perchè la Roma stava andando in porto e Taylor ha fischiato punizione. Insomma questa è la sintesi della partita. Passaggio del turno meritato”.

La Roma in Europa sembra aver trovato un nuovo modo di giocare, mentre in campionato non ci è riuscita. Fonseca ha trovato un altro modo per mettere in campo la sua squadra?
“Non credo che la Roma ieri sia partita per fare questo tipo di calcio, altrimenti avrebbe adottato un atteggiamento tattico diverso a livello di sistema di gioco. Io penso che la Roma volesse fare quello che solitamente fa. Poi l’Ajax è una squadra che palleggia tanto e bene e la Roma si è trovata a dover scombinare i piani soliti. Io penso che una squadra deve saper fare tutto. Non sempre si può riuscire a prendere alti gli avversari, a chiuderli nella loro metà campo o ripartire bene da dietro. La cosa che non mi è piaciuta è che si voleva forzare il gioco da dietro nei primi 20-25 minuti con l’Ajax che era partito bene. La Roma si ostinava a partire dal basso. Questa è una cosa che a me manda fuori di testa. Non è lesa maestà se ogni tanto fai qualche lancio lungo, anche perchè hai un attaccante come Dzeko che è bravo nel gioco aereo, la mette giù e vai a giocare nella metà campo dell’Ajax. È una tattica. Oggi sembra che se lo fai sei vecchio, sei antico, ma perchè? Invece devi ostinarti a partire da dietro anche quando non sei in serata per farlo. A me sta cosa mi fa diventare matto. In Italia il portiere tocca palla più del regista. Se fossi stato nella Roma ieri non l’avrei mai data a Pau Lopez nei primi minuti. Dopo l’avrei fatto, ma non deve diventare una forzatura. A questi livelli se perdi palla trovi squadre che con due passaggi stanno in porta e ti fanno male”.

La Roma ieri, all’inizio, ha avuto timore nell’affrontare la partita?
“Io non credo che sia stato timore. Le partite le prepari in una maniera e a volte non va come pensavi. La Roma a me piace. L’azione del gol annullato di Veretout è stata bellissima: hanno triangolato e sono arrivati in porta. A me la Roma è piaciuta molto. Io dico che in alcune occasioni ti devi adattare alla situazione. Parlo in generale, a volte non si riesce perchè abbiamo solo un canovaccio. Ieri l’Ajax aveva poco da perdere, doveva venire a Roma a fare la partita e cercare di vincerla. La Roma ha visto questo e si è adattata. L’unica cosa è che non è ripartita molto, l’ha fatto pochissimo. Poi ha dimostrato che quando l’ha fatto con più cattiveria e più veemenza ha creato sempre dei grossi problemi. L’atteggiamento difensivo dell’Ajax mi è sembrato poca cosa, è successo due o tre volte che si sono lasciati sorprendere. Il gol come è nato? E’ nato con un’uscita di Cristante da dietro, palla a Calafiori che si è fatto 50 metri di campo. Ieri la Roma non ha sfruttato molto questo tipo di situazione. Si è un po’ adattata a quello che faceva l’Ajax. Onestamente la squadra olandese non c’ha impensierito tanto. Buon palleggio ma quando arrivava ai 16, ai 20 metri ha fatto poco. Non mi ricordo grandi occasioni, c’è stato il colpo di testa di Tagliafico nel primo tempo. Abbiamo un pochino tremato all’inizio della ripresa quando c’hanno fatto il secondo gol. Lì c’è stato un atteggiamento tattico sbagliato della difesa che l’aveva già palesato in altre circostanze. Ci si può lavorare, la linea ferma a palla scoperta che non anticipa la corsa all’indietro. Hanno aspettato troppo, il gol l’hanno preso così. L’Ajax c’ha provato parecchio a mettere la palla dietro ai difensori per andarli ad attaccare alle spalle. Forse la linea della Roma era un po’ statica, deve scappare prima se la palla è scoperta. Questi sono dettagli, ci si lavora, sono cose tattiche. I giocatori comunque lo capiscono che non c’erano tanti pericoli. La Roma si era messa a cinque dietro con i due centrocampisti, Diawara e Veretout, che si scivolavano da una parte all’altra. I trequartisti a supporto e Dzeko solo davanti. Io guardo i numeri, la sostanza: l’Ajax ha fatto poco”.

Come mai la Roma pressa così male? Ieri la pressione non è stata fatta in modo ordinato, c’era Pellegrini che andava a pressare da solo alcune volte.
“Bisogna capire come hanno preparato le uscite più che la pressione. Ieri la Roma giocava con un 3-4-2-1 e bisogna vedere l’allenatore come ha preparato le uscite sui loro portatori di palla. Loro avevano Alvarez che costruiva gioco e bisognava capire chi doveva andare a prenderlo. Queste sono cose che si preparano durante la settimana, prima della partita. Si può dire che usciva male, ma parliamoci chiaro va dato merito anche a loro. L’Ajax nella fase di costruzione è molto brava. Poi avevano Klaassen che più che un centrocampista diventava una punta aggiunta. Spesso, invece di fare la mezzala, si ritrovava davanti vicino a Tadic, quindi scombinava anche un po’ il discorso tattico. Alla fine la Roma si è adattata, ha visto chi aveva di fronte, e ha raggiunto l’obiettivo. Chi raggiunge l’obiettivo per me ha sempre ragione”.

Giochisti e risultatisti: non le sembra che il calcio sia molto più profondo di questa banale suddivisione? Se si dovesse “schierare” da che parte starebbe?
“Il risultato per l’allenatore è ossigeno. È vita per l’allenatore. Poi vagli a dire al Presidente che hai giocato alla grande 10 partite ma hai portato a casa 2 punti. Alla fine il calcio è un’azienda. Io sono d’accordo con quelli che dicono che è più facile raggiungere risultati giocando meglio. Apro una parentesi: l’Inter ha vinto 11 partite di fila in campionato e qualcuno storce il naso perchè gioca male. Mi viene da ridere, mi sembra una forzatura. Alla fine nel calcio i risultati rimangono. Se la Roma dovesse vincere l’Europa League, me lo auguro, e ha fatto una partita così e così con l’Ajax non è che noi se ci risentiamo tra 6 mesi ci ricordiamo della prestazione con l’Ajax ma probabilmente ci ricorderemo del trofeo che siamo riusciti a portare in bacheca. O no? Chi vince secondo me gioca sempre meglio degli altri. Alla fine se vinci tanto vuol dire che hai fatto meglio degli altri. poi l’allenatore deve trovare la strada migliore. A me i presidenti hanno detto: “Questa è la squadra. Qual è l’obiettivo? Organizzati per farlo”. Poi possiamo parlare di tutto. Io non penso che quest’anno alla Juventus siano contenti. Eppure quando Allegri vinceva si diceva che non giocava bene. Sta succedendo quello che vediamo adesso con l’Inter”.

Cosa pensa di Cristante in difesa?
“Lo stimo tantissimo. A me piace moltissimo. Ieri, ad esempio, sull’azione del pareggio della Roma è stato determinante. Sul gol preso, però, ha qualche responsabilità. Perchè questo? Perchè secondo me Cristante è un centrocampista. Nasce centrocampista e la sua carriera e le sue fortune le ha costruite in quel ruolo. Allora se io ho l’emergenza mi va bene che Cristante si adatti a fare il difensore centrale. Se, invece, ho il difensore preferisco metterci lui. Il difensore ha tutta un’altra sensibilità rispetto ad un altro giocatore adattato nella fase difensiva. perchè comunque cresci in quel ruolo, il colpo d’occhio, l’odore del pericolo. Il difensore nasce con delle attitudini che il centrocampista fatica ad avere. Anche a me è capitato, in situazioni di emergenza, di a far giocare un centrocampista in difesa”.

Come valuta gli alti e bassi di Ibanez?
“È un giocatore che a me piace, ha uno strapotere fisico. Però a volte ha qualche lettura sbagliata, dettata anche dall’inesperienza. Ieri in un paio di situazioni ha fatto due passaggi sbagliati in orizzontale che diventano molto pericolosi, perchè se te li intercettano a questi livelli vanno in porta con pochi passaggi. Deve crescere e deve migliorare. A me è un giocatore che piace e alla Roma potrà fare bene”.

La lotta per la zona Champions sembra un po’ complessa per la Roma. Pensa che i giallorossi abbiano qualche possibilità di rientrare in corsa? Questo è anche un turno favorevole alla Roma perchè ci sono degli scontri diretti.
“Di partite ce ne sono tante per poter sperare di agganciare almeno un posizionamento in Europa, sia quella più importante che l’Europa League. Il problema è che devi fare risultato e devi sperare che chi ti sta davanti perda qualche punto. È vero che ci sono gli scontri diretti, ma anche la Roma avrà qualche partita interessante contro le sue dirette avversarie. Devi fare punti. Mi dà l’impressione che abbiano riversato tutte le energie psico-fisiche sul discorso Europa League. Secondo me hanno fatto bene. Qualora la Roma dovesse riuscire a portare a casa questo trofeo, Manchester United e finale permettendo, sarebbe un gran bel risultato. È vero che a questa competizione negli ultimi anni gli si dà quasi poca importanza, perchè la Champions League per fascino ha un po’ soppiantato tutte le altre cose. Però è pur sempre una coppa ed è prestigiosa. Portarsela a casa sarebbe interessante. Se per vincere questa competizione perdi qualcosa a livello di campionato, ben venga. Però tu non hai la certezza di vincere l’Europa League quindi sarebbe più idoneo concentrarti anche sul campionato. Fossi nella Roma sarei più concentrato sull’Europa League perchè ormai sei arrivato quasi alla fine e credo che la Roma, se fa le cose fatte bene, se la gioca tranquillamente con il Manchester”.

La Roma sta cercando di rivalutare il suo portiere con le prestazioni europee per venderlo meglio oppure c’è una possibilità che Pau Lopez rimanga anche nella prossima stagione?
“Ieri sera in alcune circostanze un po’ così e così. Anche sull’azione del gol di Brobbey. Se la Roma gioca con una difesa così alta e non indietreggia a palla scoperta, il portiere deve stare almeno 10/15 metri più avanti, deve cercare di accorciare un po’ la squadra. Bisognerà vedere anche cosa pensa Fonseca, se dovesse rimanere, e fare dei ragionamenti sul portiere. Alla fine, dopo aver deciso chi sarà l’allenatore, si prenderà una decisione”.