ESCLUSIVA – Mangone: “Bei ricordi dello scudetto. Fonseca è bravo”(VIDEO)

Oggi, durante la nostra trasmissione Cor core acceso – romatube.it, in onda sulle frequenze di Non è la Radio, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’ex calciatore Amedeo Mangone, Campione d’Italia con la Roma nel 2001. Queste le sue parole ai nostri microfoni:

Buongiorno mister, lei allena il Brera Calcio, che ci racconta sulla sua squadra? 
E’ un progetto molto particolare del Presidente (Alessandro Aleotti ndr), è una squadra composta da molti giocatori stranieri, in prevalenza africani, molti di loro sono stati profughi negli anni scorsi e stanno quindi adesso trovando una sistemazione lavorativa. E’ quindi un progetto sicuramente divertente e stuzzicante sotto il profilo calcistico ma soprattutto dal punto di vista umano, è davvero interessante. 

Tutto bloccato però adesso, giusto? 
Si purtroppo, il calcio dilettantistico è bloccato in Lombardia, i centri sportivi sono chiusi e forse riapriranno ,a solo per gli allenamenti e non per le partite, per il discorso che sappiamo del contatto…Siamo in attesa di capire gli sviluppi anche se in questo momento le cose più importanti sono altre Certo chiudere i centri sportivi diventa un problema per i bambini, per i genitori, nessuno può fare attività sportiva. E’ un discorso complicato, il provvedimento è stato questo ma non credo sia la soluzione ideale, il virus si può prendere in tante situazioni, qui siamo all’aperto. Ma le decisioni vanno rispettate.

Ha visto le partite ieri di Roma e Milan in Europa League? 
Si, le ho viste entrambe. Sicuramente gli avversari erano molto diversi, la Roma ha fatto un pochino fatica nel primo tempo, poi nella ripresa ha ribaltato il risultato; il Milan ha tenuto sempre la partita in mano, giocando per poter a casa il risultato come poi è avvenuto alla fine. Due squadre dicevo completamente diverse perché giocano in campionati diversi, svizzero e scozzese, probabilmente l’avversario ha fatto sì che una delle due italiane facesse un pochino più fatica dell’altra. 

Come vede Fonseca alla sua seconda stagione in Italia? 
Secondo me è molto bravo e preparato, diciamo anche che ha vissuto un anno particolare visto anche il discorso del cambio societario che ha creato confusione, queste situazioni non sono semplici. E’ un allenatore che secondo me ha grandissima visione del calcio, riesce anche a modificare il modulo, si è adattato al campionato italiano cambiando anche quelle che potevano essere le sue idee iniziali, adesso gioca con la difesa a tre cercando di sfruttare al massimo le caratteristiche dei suoi calciatori. Dal mio punto di vista sta facendo bene e mi auguro possa fare ancora meglio nel corso della stagione. 

Questo Milan sta andando alla grande con Pioli
C’è stata la continuità finalmente, ogni anno ultimamente si cambiava tanto, sia allenatori che giocatori: diventa difficile così provare a costruire un progetto importante. Pioli ha dimostrato sul campo di essere molto preparato. Credo che il Milan abbia beneficiato – e non me ne voglia il Milan per carità – in qualche modo, dopo il lockdown degli stadi chiusi. Stavano facendo malino e sembrava volessero cambiare allenatore e poi invece le cose sono cambiate. Certo avere uno come Ibrahimovic permette di alzare l’asticella sotto il profilo dell’attenzione, della volontà, partendo proprio dagli allenamenti. Quando hai uno del genere sei stimolato a fare meglio, sono migliorati tutti, un po’ come nella Juve Cristiano Ronaldo: campioni che ti mettono nella condizione di dare il meglio. I rossoneri si sono compattati e sono contento per loro che abbiano scelto di continuare con Pioli.  

Lunedì sera arriva Milan-Roma, cosa si aspetta?
Mi auguro che possa essere una bella partita, tra due squadre che cercando di imporre il proprio gioco e hanno calciatori di qualità. Credo che possa essere una partita aperta a qualsiasi risultato: il Milan viene da quattro vittorie in Campionato, la Roma, togliendo Verona dove ha perso a tavolino, sta facendo bene. Mi auguro di vedere una partita aperta dove entrambe cercano di vincere, che poi è la mentalità che c’è oramai nel calcio italiano. 

Facendo un salto indietro, lei con la Roma ha vinto uno scudetto, ha un ricordo particolare dei compagni, del Presidente Sensi?
Dei compagni di squadra qualcuno ancora lo sento, sono rimasto legato ai giocatori e all’ambiente di Roma perché quella vittoria comunque fu un traguardo importante, una vittoria ambita da ogni calciatore italiano, poi non capita spesso di vincere a Roma, quindi c’è stata più gioia sia per i tifosi ma anche per gli stessi giocatori. I ricordi sono tanti, annata importante. Una cosa che ricordo con piacere è il Presidente Sensi: non era solo un grande patron ma anche una grande persona, veniva a trovarci ogni settimana facendoci sentire il suo appoggio anche magari in momenti particolari. Lui è sempre stato presente e ci ha dato quella sicurezza e quella spinta per poi raggiungere l’obiettivo finale.

Un ricordo di mister Capello, che tecnico era?
Allenatore vincente, lo ha dimostrato. Era uno molto preparato, che riusciva a gestire bene le rose formate anche da grandi campioni e a Roma è riuscito a fare lo stesso. Sembra molto severo perché esige sempre il massimo e lo esigeva anche in allenamento. Il cambio di mentalità a Roma secondo me è stato proprio quello: allenarci come se fosse sempre la partita della domenica, eravamo sempre molto concentrati. Lui ha vinto tanto e questo dimostra il suo valore, era bravo anche a gestire le pressioni.

Non possiamo non chiederle qualcosa su Totti
Totti era giovane ma la qualità già non era in discussione, giocatore straordinario. Era un ragazzo semplice, ha sempre dimostrato di essere attaccato a i colori, era romanista e ci ha dimostrato lo spirito di appartenenza, e devo dire che anche Aldair e Cafù erano così visto che erano a Roma da tanto. Totti era lo spirito romanista, e il fatto di averlo capitano così giovane era motivo di orgoglio da parte nostra. Poi lui era uno di quelli che non si tirava mai indietro, professionista serio che si allenava al 100%.

Lei è stato nelle giovanili del Milan, in una epoca di passaggio
Si, io ero lì in Primavera quando arrivò Berlusconi, era un momento particolare. Poi ho avuto anche Capello per una brevissima parentesi nel settore giovanile. Mi ricordo il Presidente, che arrivò e ci venne a parlare per dirci dei suoi progetti, dicendoci di essere molto attenti ai comportamenti, una cosa che mi colpì molto. Voleva una certa immagine da parte di tutti, già dai ragazzi della Primavere. Poi sappiamo tutti che cavalcata ha fatto al Milan e quello che ha costruito. 

Oltre allo scudetto con i giallorossi, ha vinto anche una Coppa Intertoto con il Bologna
La Coppa me la ricordo bene sì, prima volta che la Uefa decise di fare questo trofeo, partimmo molto presto perché era come se fossero i preliminari di Europa League adesso, ci allenava Mazzone. Esperienza davvero interessante, praticamente ad agosto invece delle amichevoli facemmo questo torneo, eliminammo anche la Sampdoria nei quarti mi sembra. Ci qualificammo quindi per la Coppa Uefa dove arrivammo addirittura in semifinale col Marsiglia uscendo con due pareggi, poi in finale vinse il Parma.
Sono cose indelebili, come la vittoria della B con il Bari, ti rimangono, poi ho vinto poco e mi sono rimasti impressi (ride ndr).  

Lei ha sempre militato in piazze molto importanti del calcio italiano oltre a Roma anche a Bologna, Parma, Bari, Brescia…Tutte piazze dove c’è pressione
Sono stato fortunato, ho giocato con giocatori importanti.  A Brescia c’era Baggio con Guardiola, a Bologna Marocchi e Andersson, poi Kolivanov, Fontolan…A Roma era pieno di grandi campioni, giocare con questi calciatori importanti ti aiuta a capire un sacco di cose e ad adattarti meglio, a capire lo spirito di appartenenza: i calciatori hanno questo “obbligo”, si devono legare alle società in cui vanno, alla maglia. Ti rimangono poi impresse queste cose, ed è importante lasciare un buon ricordo nelle piazze in cui giochi.

Ultima domanda: che consiglio darebbe a Fonseca sulla piazza romana?
E’ sempre difficile dare consigli. Mi sembra che lui sia una persona molto equilibrata, quindi gli direi di non snaturarsi, perché Roma è una piazza particolare che si esalta velocemente e altrettanto velocemente si abbatte. Quindi bisogna trovare un equilibrio interno per poter lavorare serenamente, senza farsi prendere dai risultati, positivi o negativi che siano. Essere consapevole del lavoro che sta facendo e portarlo avanti fino alla fine.