Muore Jean-Luc Krautsieder: era in coma da 4 anni, a causa del pestaggio subito in Francia, il ragazzo 37enne di Latina

Non ce l’ha fatta il giovane uomo rimasto vittima della brutale aggressione di sconosciuti in una località a sud di Bordeaux. Da allora non si era ripreso

Due anni fa i familiari avevano lanciato un appello per chiedere l’aiuto necessario a riportare Jean-Luc Krautsieder a Latina. Il calvario ha avuto inizio quattro anni fa e da allora nessun segno di ripresa per il giovane 37enne, che la notte scorsa si è spento nel suo letto d’ospedale, in Francia. Nel decorso dal coma, sempre in Francia intraprende un percorso di riabilitazione presso una struttura specializzata. Successivamente, viene trasferito in una residenza per disabili, vicino Bordeaux.

I fatti partono proprio da Bordeaux, anzi, più a sud, nella cittadina di Langon. Jean-Luc si trova in questa località dal 2016, quando decide di trasferirsi in Francia. È lì che avviene la brutale aggressione da parte di tre sconosciuti, nella notte tra il 31 maggio e il primo giugno del 2019: si tratta di un tentativo di rapina, riuscito. Viene pestato e poi lasciato lì, in strada, in fin di vita. Non si conosce l’identità degli aggressori ma sono tutti giovanissimi.

Jean-Luc Krautsieder è morto: in coma da 4 anni, era stato vittima del tremendo pestaggio subito in Francia 

A causa delle violenze subite, il ragazzo entra in coma e ci rimane per circa due mesi. In seguito, viene approntato il trasferimento prima in un centro di riabilitazione specializzato, e in un secondo tempo in una residenza per disabili: segno che la qualità della sua vita è cambiata per sempre e i margini di miglioramento, improbabili. Da allora, è stata una lotta per restare vivo, guarire dalle ferite e dalle lesioni lasciate da un atto di violenza che non trova alcuna spiegazione.

In questi anni, la mamma di Jean, Lucia, ha raccontato: «Non abbiamo mai scoperto il motivo di tanta violenza. Un episodio assurdo, senza alcuna motivazione, avvenuto mentre mio figlio stava tornando a casa dopo essere andato a trovare la nonna che abitava poco distante da lui». È partita quindi la richiesta di aiuto, da parte della famiglia, per riportarlo nella sua città d’origine, Latina, dove ha vissuto fino al 2016, anno del trasferimento.

Un tentativo non solo di riuscire a farlo curare in Italia, ma anche di ritrovarlo vicino, accanto alle attenzioni dei suoi cari. Per questi ultimi, la lontananza era diventata insostenibile. Da qui la richiesta di essere affiancati da una persona a conoscenza delle procedure internazionali finalizzate a concretizzare il trasferimento, oltre ad un aiuto economico oramai indispensabile. Le tante persone di Latina che lo conoscevano si sono mosse a suo sostegno, a tal punto che si era giunti ad un video-appello su YouTube  e ad organizzare un concerto in suo sostegno, lui che assieme al disegno, la musica era la sua passione.

 

Impostazioni privacy