Vertiporto a Roma, ecco dove si sta progettando la stazione di taxi volanti

Lanciato il bando di assegnazione del terreno per l’innovativo hub al servizio di droni adibiti al trasporto di persone. Ecco dove verrà realizzato

Ebbene, anche per una città come Roma, dove il futuro sembra tardare assieme ai suoi cittadini, giunge il momento di familiarizzare con i termini di un’urbanistica da fantascienza. E fantascienza non è, se si pensa come la tecnologia dei droni, ad esempio, abbia rivoluzionato in tempi record molti ambiti dell’applicazione tecnica, guerra compresa. Il passaggio che ora manca è quello del trasporto umano, similmente alla metropolitana driverless delle linee intelligenti di Milano e di tante altre parti del mondo.

Si può dunque pensare di declinare i piccoli apparecchi che ludicamente o meno consentono di effettuare delle riprese video mozzafiato, in forma di elicotteri senza piloti, destinati ad accompagnare singoli cittadini da un punto a un altro della città. Come, appunto, dei taxi volanti; tra l’altro, senza incappare in irrisolvibili ingorghi. Al mezzo di trasporto, bisogna considerare il punto di raccolta, la relativa “stazione”: si sta parlando del vertiporto.

Vertiporto a Roma, arrivano i primi via libera per la realizzazione della stazione di taxi volanti

Sfogliando un vocabolario ben aggiornato, il vertiporto non è altro definito in due parole, come un «aerodromo attrezzato per il decollo e l’atterraggio verticale di velivoli elettrici» (come si legge nella Treccani); dunque, in grado di accogliere droni che trasportano persone. A Roma non se ne ancora visto uno, ma non si tratta di una realtà del tutto sconosciuta al territorio capitolino e dintorni: ad ottobre dell’anno scorso è stato inaugurato un vertiporto a Fiumicino, con un aerotaxi (tecnicamente, un volocopter) che ha viaggiato per cinque minuti alla velocità di 40 km/h ad un’altezza di 40 metri.

Di questi vertiporti, ne sono già presenti in altre zone d’Italia. Potrebbe arrivare presto il turno della Capitale, la quale vedrebbe un vertiporto pressoché al centro della città. A lanciare il progetto di installazione di una stazione per aerotaxi ci ha pensato, nello scorso maggio, la Fondazione Piccolomini: la pubblicazione del bando ha richiesto l’utilizzo della locazione degli 8 ettari appartenenti al Parco Piccolomini.

La UrbanV è la società che ha vinto la gara e che si appresta a realizzare un impianto innovativo per lo spazio di transito dei droni, il quale, con tutta probabilità, costituirà la spola per i passeggeri provenienti dall’aeroporto di Fiumicino e viceversa. I comitati di quartiere ravvisano l’ennesima minaccia per il parco, dalla quale deriva la violazione delle norme urbanistiche e del vincolo della stessa area (dal momento che oltre all’ecosistema faunistico e floreale esistente a due passi da San Pietro, è presente la Villa del Sole, villino storico restaurato e parte delle Ville Storiche). Quella del Parco Piccolomini, resta una fruizione pubblica tormentata: prima dal degrado, poi dagli incendi, e ora si appresta a vivere lo stallo decisionale a cui si sta affacciando il Municipio XIII di fronte all’iniziativa privatistica.

 

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