Decreto Caivano, prima applicazione nel Lazio a 14enne di Frosinone

Tra le prime applicazioni nazionali, le nuove norme hanno colpito un pusher minorenne, arrestato mentre ero intento a vendere droga ad un altro minorenne

Se è preoccupante la precocità nella quale si inizia ad assumere droghe e sostanze stupefacenti, rappresenta un’altrettanta bomba sociale la precocità con la quale si decide di entrare come intermediario nel business della tossicodipendenza. Sin troppo spesso chi smercia è già un navigato consumatore. I fatti di Caivano, le violenze del Parco Verde hanno confermato l’affermarsi di una baby criminalità, spietata e ben organizzata, tutt’altro che sprovveduta rispetto all’organizzazione criminale adulta.

La recente cronaca ha aperto gli occhi del governo, il quale è intervenuto con il soprannominato “Decreto Caivano“: misure severissime per la criminalità minorile, comprendenti l’arresto per i ragazzi tra 14 e 18 anni, e il Daspo per i quattordicenni; sebbene l’imputabilità non si abbassa da 14 a 12 anni di età, i più giovani possono essere convocati assieme ai genitori, i quali vengono chiamati a rispondere delle responsabilità dei figli.

Decreto Caivano, applicate le norme a un baby spacciatore 14enne di Frosinone

Nel Lazio, la prima applicazione del Decreto Caivano è avvenuta a Frosinone, dopo che è stato colto in flagrante un baby pusher, un 14enne intento a vendere droga ad un bambino di 11 anni. L’arresto da parte dei Carabinieri ha avuto luogo nel centro storico del capoluogo ciociaro. Il ragazzo è noto alle forze dell’ordine dallo scorso luglio, e ora il questore ha deciso di applicare alcune norme del recente decreto, ossia l’applicazione dell’avviso orale, a cui si è aggiunta la notifica di un Daspo urbano di 4 anni, ovverosia il divieto di accedere ad esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento.

Il fatto che ha scaturito il provvedimento ha avuto come cornice il parco giochi adiacente all’istituto scolastico, frequentato dagli adolescenti del posto: il 14enne ha tentato a vendere la sostanza stupefacente al bambino 11enne. Quest’ultimo, piuttosto che pagare, ha chiamato la polizia: lo spacciatore è stato così fermato quando era ancora all’interno del parco. Gli inquirenti hanno così sequestrato 30 grammi di hashish in cellophane trasparente e uno spinello di hashish e tabacco. Sorpreso, con lui, un conoscente maggiorente con 20 grammi di droga, un bilancino e un trita erba.

I due sono stati denunciati alla Procura. Il primo non dovrà rispondere solamente del possesso di droga, a quanto pare: un secondo controllo dei Carabinieri, ha fatto emergere il possesso non regolare di un pistola Beretta con caricatore inserito e priva di munizioni, oltre un coltello a farfalla non consentito: per lui, quindi, anche una denuncia per porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere. Per le disposizioni del Decreto, un ulteriore passo falso potrebbe portare alla revoca della patria potestà, e fino a 2 anni di detenzione a carico dei genitori.

 

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