Mafia Capitale, il boss Buzzi torna in libertà: doveva scontare ancora 5 anni

Condannato a 12 anni e 10 mesi di carcere, la Cassazione ha ritenuto illegittimo l’arresto di Salvatore Buzzi. Torna in libertà, ma su di lui pende ancora la condanna di 5 anni: l’inchiesta e la sentenza.

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La Cassazione ha ritenuto illegittimo l’arresto di Salvatore Buzzi: torna in libertà (X) – Romatube.it

Potrebbe definirsi come l’uomo dalle molteplici vite, dalla sua carriera imprenditoriale a quella giudiziaria. La sua ultima attività imprenditoriale nel campo della ristorazione con l’apertura del locale di panini Burgr è solo la punta dell’iceberg di un curriculum di vita molto più lungo. Ras delle cooperative e capo di un’associazione a delinquere, oltre che condannato per omicidio, Salvatore Buzzi è tornato libero.

Dopo l’inchiesta Mafia Capitale che lo ha visto coinvolto insieme all’ex dei Nar Massimo Carminati, Salvatore Buzzi è stato condannato a 12 anni e 10 mesi per associazione per delinquere e corruzione ma ancora una volta è stato scarcerato. La Procura di Roma aveva avviato le procedure di esecuzione per la carcerazione, ma l’ultimo provvedimento della Cassazione ha invece ritenuto la detenzione illegittima. Ora Buzzi è tornato a Roma dalla moglie.

Buzzi torna libero, l’arresto illegittimo 

Il 29 settembre dello scorso anno Salvatore Buzzi è stato prelevato dai Carabinieri del Ros presso la comunità di Lamezia Terme in cui era ricoverato per problemi legati all’alcolismo. Dopo un anno di detenzione presso il carcere di Catanzaro, la Cassazione ha così giudicato illegittima l’esecuzione della sua carcerazione ed è stato liberato. Al momento dell’ingresso nella cooperativa sociale, Buzzi aveva ancora da scontare una pena di 7 anni e 3 mesi. Dunque, nonostante la scarcerazione, ora pende sul suo capo la condanna ad altri 5 anni di reclusione.

Come ricorda il suo avvocato Alessandro Diddi ai microfoni dell’Unità, Buzzi poteva continuare a scontare la sua pena presso la comunità terapeutica come regola l’articolo 94 del d.P.R. 1990. Per questo, dopo il ricorso dei suoi legali, dopo un anno è avvenuta la sua scarcerazione. In questo caso, i difensori continuano sulla stessa linea e hanno 30 giorni di tempo per fare ricorso presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma per chiedere se potrà continuare a scontare la sua pena presso la cooperativa sociale in cui era ricoverato per problemi legati all’alcol. Si attende, dunque, una nuova decisione da parte della Corte d’appello.

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Salvatore Buzzi torna libero, l’arresto e la pensa da scontare (X) – Romatube.it

Nel 2021 la Corte di Appello aveva condannato Buzzi a 12 anni e 10 mesi di reclusione, messo poi in carcere dopo la sentenza definitiva della Cassazione a settembre del 2022. Il boss delle cooperative della Capitale era stato infatti condannato per aver avuto un’importante influenza dal punto di vista dell’organizzazione criminale e considerato un tassello fondamentale per “l’inquinamento della cosa pubblica”, come dichiarato dal pm della Capitale. Per questo è stato accusato e condannato per corruzione e associazione a delinquere, venendo così incarcerato lo scorso settembre fino a oggi.

Mondo di mezzo, l’inchiesta e la condanna di Buzzi

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Mondo di mezzo, l’inchiesta e la condanna di Buzzi (Facebook) – Romatube.it

Chi invece è tornato libero dal 2020 è Massimo Carminati, l’ex terrorista di estrema destra che aveva già scontato la pena per corruzione e decaduto l’impianto accusatorio per mafia era stato così rilasciato. Infatti, l’indagine Mafia Capitale, ora conosciuta come Mondo di mezzo, era stata smontata ma Buzzi rimane ancora coinvolto nella maxi-inchiesta.

L’inchiesta Mafia Capitale è infatti anche conosciuta come Mondo di mezzo dopo un’intercettazione di Carminati il quale parlando con Buzzi si riferiva alla “teoria del mondo di mezzo” tra politici e criminali. I principali capi di accusa riferiti a Carminati e Buzzi erano infatti da attribuire al loro coinvolgimento diretto nella corruzione nel campo degli appalti nella Capitale che tirava in ballo tra gli altri anche i politici, imprese e colletti bianchi vari. Tutto è cominciato nel 2014 quando proprio il ras delle cooperative Buzzi viene arrestato insieme appunto a Massimo Carminati e altre 35 persone.

Oltre a fare luce sul passaggio di somme di denaro che sotto intendevano la corruzione, l’accusa più grave era legata alle infiltrazioni criminali in uno scambio tra pezzi grossi della politica e il mondo imprenditoriale, di cui Buzzi faceva parte con la sua cooperativa 29 giugno. Prima condannato a 19 anni, nel 2018 la Corte di appello la sconta a 18 anni fino al 2019 quando, sempre la Cassazione, gli ha revocato l’accusa di associazione a stampo mafioso. L’anno seguente Carminati è libero, ma Buzzi continua a scontare la sua pena con gli arresti domiciliari. Infine, il ritorno tra le sbarre nel carcere calabrese di Catanzaro lo scorso anno e ora di nuovo il rilascio. Fino a nuova sentenza.

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