L’analisi tattica del match: la Roma che vince e diverte

La consapevolezza di essere forti

Se c’era un modo per uscire bene da questa fredda trasferta di metà settimana, era vincere senza soffrire. La Roma è riuscita in un campo ostico, a battere i padroni di casa per 2-0. I giallorossi hanno dominato la partita senza mai correre rischi, senza stancarsi e soprattutto senza infortunarsi, qualificandosi con due turni di anticipo ai sedicesimi di Europa League. Vittoria importante dal punto di vista morale considerata l’assenza dal primo minuto di giocatori del calibro di: Dzeko, Smalling, Kumbulla, Mkhitaryan, Ibanez, Mancini, Pedro, Mirante, Karsdorp e Veretout. Non solo, la partita di ieri sera ci offre un altro spunto: sono 3 i match consecutivi che la Roma non subisce gol nelle competizioni europee, roba che non accadeva dal 2007. Inoltre, era da marzo 2008 che la Roma non vinceva due trasferte consecutive in Europa. La squadra partita dopo partita sembra avere sempre più consapevolezza nei suoi mezzi, di rimanere unita nei momenti di difficoltà e soprattutto c’è la volontà da parte di tutti di seguire le idee del suo mister: Paulo Fonseca. Il tecnico portoghese considerato sempre in bilico dai media risponde ancora una volta sul campo e adesso c’è la convinzione che la Roma possa arrivare lontano grazie alle sue idee.

Tattiche e modulo

Fonseca, nonostante l’emergenza difensiva, ha confermato il solito schieramento: il 3-4-2-1. Cristante difensore centrale, Juan Jesus a sinistra e (ultima novità) Spinazzola a destra nella difesa a 3. Il terzino umbro non aveva mai ricoperto quel ruolo finora. Poteva cadere in tante difficoltà ma così non è stato. Prima partita stagionale per Calafiori, tornato dal Covid, schierato a sinistra e Bruno Peres sulla destra. In mediana Villar e Diawara (rientrato dopo la partita contro il Verona) danno sostanza e idee, pronti ad innescare Pellegrini e Carles Perez che si dividono il fronte offensivo intorno a Borja MayoralPetrescu è ancora alla ricerca di identità attendibili e il suo 4-5-1 serrato centralmente cerca di togliere spazi centrali dove la Roma può trovare traccianti tra le linee, ma soprattutto accetta di essere inferiore (nonostante le assenze più o meno indotte) ai giallorossi, ai quali lascia l’iniziativa. La Roma tiene il pallino del gioco partendo dal basso con Cristante. Diawara, invece, si abbassa mentre Villar cerca sempre di verticalizzare il gioco. La Roma, in questo modo, riesce a costruire azioni di ottima qualità. Diversa la situazione sugli esterni. Bruno Peres risulta intraprendente, molto più incisivo nel puntare l’avversario e a cercare l’inserimento sui possibili lanci di Diawara e Pellegrini. Calafiori, pur non sbagliando l’approccio alla gara con ottimi interventi in difesa, è più spento rispetto al brasiliano. Davanti, invece, Pellegrini è molto mobile a non dare riferimenti e cuce incontro e dietro linee, mentre Carles Perez, poco incisivo nel match, cerca disperatamente spazi centrali dove produrre i suoi strappi e accelerazioni. Chi ha impressionato più di tutti è sicuramente Borja Mayoral. Lo spagnolo cresce di partita in partita. Quel che sorprende oltre alla pericolosità sotto porta, sono i continui cambi di gioco per cercare superiorità numerica o per dare respiro alla manovra, lavoro che ricopre molto bene il suo compagno di reparto Edin Dzeko

Le statistiche del match

La Roma domina la partita, complice anche un atteggiamento decisamente rinunciatario da parte dei romeni. A fine gara si registra il 64% di possesso palla per i giallorossi. 652 i passaggi riusciti per i capitolini contro i 322 dei rumeni. Per quanto riguarda i cartellini il Cluj risulta più falloso con 4 cartellini gialli contro i 2 della Roma. I tiri però sono 7 per parte, ma la Roma centra la porta 5 volte mentre il Cluj solo 2 senza mai impensierire Pau Lopez.

Il tuttofare della Roma: Jordan Veretout

Dopo un bel primo tempo da parte dei giallorossi, Fonseca decide di togliere Pellegrini (schierato per concedergli minutaggio in vista del prossimo match contro il Napoli), per inserire Veretout. E’ proprio il francese che cambia la partita. In pochi minuti ha firmato la svolta, calibrando in area una traiettoria, su calcio di punizione laterale da trequarti campo, che nessuno è riuscito a leggere, fino al tocco di Debeljuh che ha ingannato Balgradean. Successivamente realizza su calcio di rigore il 2-0 per i giallorossi. C’è da evidenziare che entrambi i gol di Jordan Veretout in Europa League sono arrivati dal dischetto (il precedente nel novembre 2019, contro l’ Istanbul Basaksehir). Delle 12 reti segnate da Veretout con la Roma in tutte le competizioni, questa è la prima arrivata da subentrato. Il francese ancora una volta dimostra di essere il tuttofare della squadra e lo fa quando esce dal campo Spinazzola e si trasforma esterno destro. Ciò che apprezza Fonseca è il suo spirito di sacrificio e la voglia di rincorrere sempre l’avversario senza mai arrendersi.

Largo ai giovani

Un altro spunto importante della partita di ieri sera è lo spazio che Fonseca riserva ai giovani. Partiamo con il primo. Riccardo Calafiori scende in campo a 18 anni e 191 giorni: era da settembre 2005 che la Roma non schierava un titolare così giovane in un match tra Coppa UEFA/Europa League e Champions League (Stefano Okaka, 16 anni e 51 giorni v Aris). Nella ripresa c’è un altro esordio. Si tratta di Tripi, talentuoso centrocampista della primavera, subentrando al 83′ al posto di Carles Perez. Al 76′ è il turno di Tommaso Milanese che sostituisce Diawara entrando in campo per la seconda volta. Il suo esordio è arrivato nella gara di andata proprio contro il Cluj fornendo anche un assist per il 5-0 dei giallorossi firmato da Pedro. Per poco non ci riesce anche ieri fornendo un bel passaggio per Bruno Peres, peccato però che il brasiliano sprechi l’occasione del 3-0 mandando il pallone sugli spalti.