L’edizione odierna de Il Tempo torna a parlare della questione riguardante lo Stadio della Roma. Tra Tor di Valle e l’ipotesi di spostamento del progetto. Qui uno stralcio dell’articolo:
“Da alcuni giorni si inseguono sussurri su un possibile abbandono di Tor di Valle per il progetto Stadio della Roma da parte dei Friedkin. una cena fra i Friedkin e Caltagirone. Uno dei problemi è la Raggi: chiacchiere a parte, le difficoltà politiche del Sindaco sullo Stadio non sono sfuggite neanche a due neofiti della melassa politica romana come i Friedkin. Da inizio agosto a oggi, nessun atto è stato prodotto né in Regione né in Città Metropolitana quindi la Convenzione, pur conclusa nella fase di trattativa, non è pronta ad entrare in votazione. E se realmente la Raggi vuole approvare tutto prima di Natale, sono rimasti quindici giorni di limbo. Poi il tempo scadrà. Spostarsi da Tor di Valle, però, non è una strada percorribile: qualunque altra destinazione e qualunque modifica del progetto che ne alteri significativamente il volume comporta ricominciare tutto da capo. Ovvero: buttare sette anni di lavoro e 80 milioni di euro spesi alla vigilia del voto in Consiglio comunale per far ripartire tutto da zero. Stavolta, però, i soldi e il tempo lo metterebbero i Friedkin e senza eliminare i comitati del no. Insomma, cene e consiglieri a parte, alternative pronte a Tor di Valle per i Friedkin non ce ne sono a meno di non ricominciare con un nuovo Sindaco. Anche perché in soccorso di Tor di Valle – oltre tempi, soldi e politica che ne sconsigliano l’abbandono – dovrebbe arrivare Vitek che avrebbe concluso gli accordi con UniCredit per rilevare le due società una volta di Parnasi, Capital Dev e Parsitalia, con il portafogli di opere che hanno in pancia. Vitek che, nelle ultime ore, ha ridefinito l’accordo con Parnasi per subentrare nel progetto Tor di Valle per il quale ha sicuramente la liquidità che serve. Sul fronte societario mercoledì si è riunito il CdA di As Roma che ha ritenuto congruo il prezzo di 0,1165 euro per ciascuna azione previsto dall’Opa lanciata dai Friedkin, che hanno una voglia evidente di arrivare al delisting dalla Borsa, dopo il quale potrebbe subire variazioni lo stesso cda”.