I segreti della nuova Roma
Forse è ancora troppo presto per parlarne, ma sembra che la Roma di Fonseca 2.0 funzioni. La squadra giallorossa attualmente è al 3°posto a pari merito con il Napoli a quota 14 punti con 16 gol e 11 subiti. I progressi del portoghese sono evidenti almeno sotto diversi aspetti: dalla gestione dei senatori alla fiducia ai giovani. Ed è soprattutto merito suo se oggi c’è una crescita tattica della squadra grazie anche al passaggio dalla difesa a quattro a quella a tre. Paulo Fonseca si è calato perfettamente nell’ambiente, è sceso a patti con i calciatori e soprattutto ha sopportato un’aria pesante che si era creata intorno a lui, come ad esempio le continue voci su Allegri sulla panchina giallorossa. E’ stato bravo a combatterle con molta signorilità mantenendo il suo posto di lavoro e dando positività al gruppo. La rivoluzione del tecnico portoghese passa per alcuni punti chiave. Andiamo ad analizzarli.
Cambio modulo
Una delle novità importanti è il cambio modulo. Il tecnico portoghese l’8 luglio 2020 nella sfida contro il Parma abbandona il suo credo, il 4-2-3-1, per passare al 3-4-2-1. Da quel momento la Roma ha collezionato 13 vittorie, 5 pareggi e 1 sconfitta tra Serie A ed Europa League, contando anche lo 0-0 di Verona. I segreti del modulo sono tanti: in primis la difesa a 3 che consente di dare molta più copertura grazie anche all’aiuto dei suoi interpreti di esperienza: Mancini, Smalling e Ibanez. Il centrocampo a 4 composto dai due esterni che sono Spinazzola a sinistra e a destra uno tra Karsdorp o Peres e in mezzo al campo Pellegrini e Veretout. Il primo verticalizza, cerca sempre la giocata mentre il secondo recupera palloni e sfrutta al meglio gli inserimenti. Infine l’attacco composto da Pedro, Mkhitaryan e Dzeko. I numeri dei tre big sono ottimi: finora hanno disputato 1879 minuti, realizzato 11 gol (9 su 16 totali in Serie A) e servito 7 assist. Con loro è cambiata anche la filosofia di gioco della Roma: qualità, creatività, velocità e verticalizzazioni. Non solo i giocatori ma anche il suo staff sembra migliorare e lo dimostra lo studio sui calci piazzati che alla Roma ha fruttato ben 6 gol.
Fiducia ai giovani
Altro aspetto importante è la fiducia che Fonseca ha nei giovani in rosa. In aiuto a questa scelta c’è anche un’altra competizione: l’Europa League. Nei tre turni di coppa il tecnico portoghese ha potuto sfruttare (e continuerà a farlo) e osservare i giovani che ha a disposizione: Kumbulla, Villar, Milanese, Perez, Borja Mayoral. Non è un caso che questi ultimi eccetto Milanese vengano tutti inseriti a gara in corso o addirittura titolari in Serie A. Il primo, proveniente dal Verona, già conosce il calcio italiano ma non ci ha messo molto tempo nell’inserirsi negli schemi tattici di Fonseca. Infatti sia da titolare che a partita in corso si è dimostrato all’altezza della situazione. Villar, arrivato a gennaio dall’Elche, all’inizio aveva bisogno di conoscere meglio il nostro calcio ma da quest’anno sembra un altro giocatore con molta più consapevolezza nei suoi mezzi grazie anche alla fiducia che gode da parte del tecnico. Perez, anche lui arrivato a gennaio dal Barcellona, è un giocatore diverso dagli altri per caratteristiche e anche per esperienza. Su di lui ci sono ampi margini di crescita e lo staff tecnico punta molto su di lui. Non sono un caso le parole di Fonseca alla vigilia della partita contro lo Young Boys “Nel caso di Villar e Perez sono più adatti al nostro calcio e sono giocatori in cui noi abbiamo fiducia per il presente e futuro”. L’ultimo è Borja Mayoral. E’ il giocatore che più di tutti ha bisogno di più tempo. Il tecnico portoghese lo ha sottolineato più di una volta anche perchè proviene da un altro tipo di campionato. Nelle prime due uscite, contro Young Boys e Cska Sofia, sembrava un giocatore spaesato ma nelle ultime contro Cluj e Genoa, sono arrivate ottime prestazioni accompagnate da due gol.
Da riserve a titolari
Infine un altro segreto di questa enorme striscia di risultati positivi è la rivalutazione di alcuni giocatori: Spinazzola, Peres e Karsdorp. Il terzino italiano ha sostituito molto bene Kolarov, passato in nerazzurro nella sessione estiva di calciomercato, specialmente nel cambio modulo e oggi è uno dei principali leader della squadra. Da quella fascia nascono i maggiori pericoli della Roma grazie alle sue giocate. Inoltre, è il giocatore che ha tentato di effettuare più dribbling in Serie A (21) e in un’occasione su due riesce a disfarsi dell’avversario e a creare superiorità numerica scattando sulla fascia. Karsdorp e Peres stanno conquistando coi fatti la considerazione di Fonseca. In estate i due erano pronti a fare le valigie e adesso invece si dividono la titolarità sulla fascia destra. Il primo è stato nuovamente titolare nei tre turni seguenti. Sempre preso in considerazione anche in coppa, nonostante l’ampio turnover, disputando alla fine due gare su tre. Karsdorp è arrivato a collezionare 389 minuti stagionali, che pur non essendo moltissimi in assoluto, costituiscono un terzo del minutaggio della sua intera esperienza romanista. Peres, invece, è stato rivalutato con largo anticipo rispetto al suo compagno di reparto. Tornato a Trigoria nell’ultimo mercato di gennaio, nelle previsioni sembrava destinato a restare ai margini. Invece il tecnico gli ha concesso fiducia e lui lo ha ripagato: tre gol e sei assist in meno di un anno sono un ottimo bottino. Non ci resta che attendere e sperare che questa rivoluzione porti a qualcosa di concreto come ad esempio un trofeo che purtroppo manca da 12 anni.