Tra delicate questioni societarie, l’affaire Dzeko-Milik, il caso Smalling e, ultima ma non ultima, l’assurda vicenda di Verona, in queste settimane a Trigoria sembra essere passato in secondo piano un problema evidente: la copertura delle fasce della Roma di Fonseca. Anche se, visti i rumors, sembra assurdo parlare di una squadra del tutto in mano al tecnico portoghese, la realtà dice che la rosa a sua disposizione è largamente incompleta, soprattutto sulle corsie laterali. Che giochi con la difesa a 4 o a 3, e dunque con terzini o esterni di centrocampo, allo stato attuale, a livello di interpreti, le fasce della Roma presentano gravissime lacune. Non solo sotto il profilo qualitativo, ma anche quantitativo, dal momento che sì, per due maglie ci sono cinque calciatori, ma quattro di essi sono tutt’altro che affidabili, per motivi diversi.
Uno strano ballottaggio
Partiamo dalla fascia destra. Da quella parte, ad agire sono, o dovrebbero essere, Rick Karsdorp e Bruno Peres. Due calciatori con una storia particolare, in giallorosso e non, che è superfluo ripercorrere in questa sede. Due calciatori che è difficile immaginare prime scelte di buona parte delle squadre di Serie A, figurarsi di una Roma in cerca di rilancio. Eppure, a dieci giorni dalla chiusura del mercato, la fascia destra della Roma è cosa loro. Di chi, da titolare, difficile dirlo. Nella Roma rabberciata vista a Verona ha giocato Karsdorp, ma non è da escludere che, se fosse stato a disposizione, avrebbe giocato il collega brasiliano. Nessuno dei due, in ogni caso, sembra all’altezza della situazione. Le riserve sull’olandese sono ben note: e di natura prettamente fisica (meglio evitare di guardare il suo storico infortuni), anche se tatticamente non è che vada molto meglio.
Meglio comunque di Bruno Peres, che ci metterà anche l’impegno, ma ha sempre dimostrato notevoli problemi con la disciplina tattica (quelli con la disciplina più propriamente detta sembrano invece alle spalle). Incedibili per demeriti propri e di chi li ha portati a Roma, gli attuali occupanti della fascia destra formano un pacchetto di scarsa affidabilità di fronte agli impegni di una stagione lunga e pesante come quella appena iniziata. Eppure, sul mercato sembra muoversi ben poco. Fino a questo momento non si è parlato di colpi in entrata da quella parte, e non è semplice immaginarne anche solo uno di peso. Una strategia talmente rischiosa da fa dubitare persino che ce ne sia una. Molto semplicemente, è più probabile che lì si rimanga così. In tal caso, dunque, non resta che affidarsi al tecnico. Chiunque egli sia.
Tra presente e futuro
Sulla fascia sinistra, invece, la Roma sembrerebbe messa meglio. Quantomeno perché questo Leonardo Spinazzola pare un calciatore in grado di poter dare un grande apporto alla squadra. L’ex Juventus è senza dubbio uno degli elementi della rosa ad aver tratto maggiore giovamento dal cambio di assetto. Sgravato dei compiti difensivi da terzino classico e ricollocato pià avanti, Spinazzola è più che all’altezza di fare il titolare della fascia sinistra giallorossa. Al netto, ovviamente, dei guai muscolari che ciclicamente lo tormentano.
Se Spinazzola dovesse essere indisponibile, allo stato attuale delle cose, Fonseca dovrebbe necessariamente schierare Riccardo Calafiori. Un calciatore certamente talentuoso, corteggiato da più di un top club, ma appena diciottenne, neopromosso dalla Primavera e, anche lui, reduce da un infortunio talmente terribile che è meglio provare a dimenticare. Si dice spesso che un grosso problema della Serie A sia lo scarso impiego dei giovani, ma quale tecnico di una squadra con obiettivi ambiziosi (almeno sulla carta) si affiderebbe a un calciatore senza alcuna esperienza, per di più anche lui adattato in un ruolo diverso dal solito? L’allenatore della Roma, chiunque egli sia, affiderebbe la fascia sinistra a Calafiori?
Capitolo Santon
Un discorso a parte, decisamente meno corposo, va fatto per Davide Santon. Un terzino di ruolo, capace di giocare su entrambe le fasce, ma che sembra il prossimo indiziato a lasciare la Roma. Fonseca lo ha inserito a Verona per rilevare uno stremato Karsdorp, ma quella del Bentegodi potrebbe essere stata l’ultima partita in giallorosso dell’ex Inter. Se dovesse restare, invece, per lui resterebbero ben pochi spiragli. La Coppa Italia, forse l’Europa League, ma poco altro, e comunque sempre da adattato a esterno di centrocampo. Non certo la più rosea delle prospettive per un altro calciatore falcidiato dagli infortuni, per giunta.
Insomma, la Roma ha un grosso problema: deve, per l’ennesima volta, sistemare le fasce. Ma per ora, come detto, nulla lascia pensare che si muova in tal senso. E questo non può certo far dormire sonni tranquilli né a Paulo Fonseca, sempre più sotto pressione, né a una piazza carica di aspettative. Sempre, ma a maggior ragione da un mese a questa parte.