Oggi è il giorno. Roma-Juve arriva alle 20:45 in uno Stadio Olimpico semivuoto ma non per questo sarà meno importante rispetto agli altri incontri tra le due squadre. Inutile nascondersi, questa gara per il tifo romanista non è mai stata come le altre. Una rivalità che si perde nei meandri della storia e prende piede, come per tante altre tifoserie nei confronti della Juve, in quella concezione di bene e male, corretto e scorretto, spesso rappresentato nell’immaginario popolare, proprio dal club bianconero.
“E’ LA STAMPA BELLEZZA”
La storia come già detto, ci insegna chi è il buono, chi è il cattivo, chi è il debole e chi è forte. Ecco, al di là di ogni discorso, va detto e a chiare lettere, questa Juve è forte. I presunti favoritismi storici non c’entrano proprio nulla con una squadra capace di vincere nove campionati consecutivamente e con tre allenatori differenti: Conte, Allegri e Sarri. Ora spazio ad Andrea Pirlo. Grandissimo giocatore e come allenatore? Chissà. Quello che è certo è che la stampa torinese è più intelligente di quella romana. Se da una parte si tende subito ad esaltare le scelte del club, dall’altra, sponda giallorossa, ci si scaglia spesso verso chiunque. Paulo Fonseca lo sa bene, con il nome di Massimiliano Allegri (per carità, parliamo di un tecnico di prim’ordine) sul groppone del portoghese subito dopo la prima di campionato contro l’Hellas. Saranno i tanti anni di vittorie a portare una stampa più saggia in quel di Torino o sarà che a Roma non ce l’abbiamo comunque mai avuta? Un peccato davvero in ogni caso, per una squadra dove troppo spesso il campo passa in secondo piano tra un articolo e l’altro.
LA PARTITA
Il campo appunto perché stasera è lì che si gioca Roma-Juve. Se ne è parlato poco in settimana, davvero poco eppure questi sono 90 minuti che potrebbero già dirci tanto sulla stagione della Roma. Caduta o risalita per una partita mai come le altre. Davanti una squadra forte, forse fortissima ma comunque in allestimento, proprio come quella giallorossa. Bisogna avere rispetto per l’avversario, perché la storia recente ce lo insegna ma allo stesso tempo entrare in campo senza paura. Quel timore reverenziale visto ad esempio nella ormai famosa partita contro il Siviglia. Deleterio e capace di rendere i nostri giocatori come dei birilli facili da saltare per l’avversario. Problema di testa? Problema di stampa? Forse nessuno, forse entrambi, quel che è certo è che stasera la Roma gioca contro la Juve e vogliamo vederla combattere. Il risultato conta sì ma non è ciò che scalda i cuori degli appassionati. Perché vincere non è “l’unica cosa che conta”, esiste lottare, esiste onorare la maglia, esiste la Roma.