Qualche insidia c’è, ma con lo Young Boys si deve vincere

Giovedì sarà tempo di esordio in Europa League contro lo Young Boys, partita sulla carta semplice ma che qualche insidia può nascondere. I campioni di Svizzera (da tre stagioni consecutive) sono una squadra assolutamente alla portata dei giallorossi, e la Roma deve assolutamente andare in terra elvetica a prendersi i tre punti, ma qualche difficoltà (superabile) potrebbe esserci.

Partiamo col dire come la stagione dei gialloneri non sia partita in modo esaltante, quantomeno rispetto alle ultime trionfali stagioni in patria: due pareggi e due vittorie, che valgono un terzo posto provvisorio nella classifica della SWISS SUPER LEAGUE. In queste prima quattro uscite stagionali in campionato la squadra allenata da Gerardo Seoane è andata in rete solamente tre volte, subendo però al contempo una rete: solidità difensiva e polveri bagnate.
La squadra di Berna ha costruito le sue recenti fortune tra le mura amiche, nello Stade de Suisse, campo particolare per una precisa caratteristica: è in erba sintetica. Potrebbe sembrare un dato banale, ma per chi non è abituato a questo tipo di superficie l’impatto può essere difficoltoso, e generare un piccolo vantaggio per lo Young Boys. Nulla di trascendentale intendiamoci, ma i campi di quella tipologia sono davvero pochi in giro per l’Europa (in Italia lo ha il Novara, per esempio, e la Roma ci giocò nella stagione 2011/2012) e giocarci può rappresentare un ostacolo.
Non sarà invece un fattore il pubblico: è appena uscita una ordinanza del governo regionale (Cantone di Berna) che vieta l’accesso agli eventi con più di mille persone; ne erano attese ben diecimila, seguendo le disposizioni Uefa in materia (accesso del pubblico fino a 1/3 della capienza dell’impianto, che nel caso specifico contiene 30.000 unità). Peccato per loro, meglio per i giallorossi.

Dal punto di vista più tecnico-tattico si può dire come solitamente i gialloneri giochino con il 4-4-2 (anche se di recente hanno adottato la difesa a 3, un po’ come la Roma). Ci sono un paio di individualità da tenere d’occhio: la punta camerunense Nsamè, autore la scorsa stagione di 32 reti in altrettante partite di campionato e il centrocampista offensivo Miralem Sulejmani (per la verità non al meglio), serbo passato per Ajax e Benfica (con poca fortuna), da cinque anni oramai in forza alla squadra svizzera. Sono certamente loro due i giocatori più pericolosi della compagine elvetica, gli unici forse (almeno sulla carta, poi sappiamo tutti come il campo spesso dia indicazioni diverse) a poter avere nei piedi la giocata importante, il tiro risolutivo o il gol.
Non c’è molto altro da aggiungere se non che i giallorossi dovranno entrare sul terreno di gioco con la fame e la voglia giusta di vincere: sottovalutare l’impegno, soprattutto in Europa, può essere deleterio. E la Roma sa cosa voglia dire perché in passato è già capitato di prendere sotto gamba alcuni impegni e fare figure non esaltanti.

Il girone è più che abbordabile, Fonseca e i suoi ragazzi devono solo fare il loro: vincere da subito per mettere al sicuro la qualificazione matematica il prima possibile. Non farlo sarebbe un errore difficilmente perdonabile, perché vorrebbe dire un altro intoppo nel percorso di crescita di questo gruppo. Anche facendo del turnover questa Roma è di un altro livello rispetto allo Young Boys.