Petrachi: “Sono un tifoso della Roma, ho seguito la squadra anche in trasferta”

Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma, è intervenuto in esclusiva alla diretta della CMIT TV delle ore 19:00. Queste le sue parole:

“Io sono un tifoso della Roma, lo so diventato e ci sono ancora con tutti e due i piedi dentro, difficilmente perdo una partita della squadra giallorossa. Di nascosto sono venuto allo stadio, non all’Olimpico, mi sono camuffato, ma sono andato a vederla la Roma in trasferta. Anche se la parentesi è stata breve, per quanto mi riguarda è stata intensa e ho cercato di dare il meglio di me stesso. Oggi vedere tanti ragazzi presi in quella sessione di mercato in cui c’erano veramente le macerie, sono state fatte delle operazioni importanti come Spinazzola, VeretoutIbanez, ManciniSmalling e Mkhitaryan. E’ naturale che ci sia un pezzo di me. Per di più la tifoseria mi ha sempre colpito e non è una sviolinata.”

Embed from Getty Images

“La mia esperienza giallorossa? Facevo dei ragionamenti l’altra sera, sicuramente la mia impulsività con il mio ex presidente ha un po’ pesato, se fossi stato un attimino più tranquillo e pacato sicuramente non ci sarebbe stato niente di tutto questo, forse avremmo avuto un confronto diverso. Ho fatto dieci anni pieni a Torino con un ambiente non facile, sono passato in una squadra nuova. E’ normale che, a un certo punto, quando non vedi il supporto da parte della società ciò ha fatto che sì che si arrivasse a un messaggio un po’ più piccante del dovuto. Non rinnego però nulla, in quel momento andava fatto un atto di forza perché il calcio deve essere sostenibile, il ragionamento era proprio quello di portare dei giocatori giovani con delle qualità. Il percorso è stato fatto in un anno e pazienza, va bene così. Bisogna che ci siano più componenti per vincere. E’ arrivato Conte all’Inter e tutti un po’ hanno fatto quadrato. In un ambiente come Roma ci vogliono allenatore e direttore sportivo di spessore, una società che li sostenga e l’ambiente che stia vicino alla squadra. Io credo che ci voglia proprio una grande rosa a Roma per vincere, è la squadra che ci vuole più che il singolo soggetto”.

“Mercato? Io credo che siano state fatte delle operazioni in linea con i presupposti con cui mi aveva scelto la Roma. Mi dispiace che adesso ad esempio Villar stia trovando poco spazio, ma in qualsiasi posto dovesse andare dimostrerà il suo valore. Sono state tante operazioni. Sicuramente se avessi avuto qualche risorsa in più sarebbe stato meglio, io credo però che si sia fatto il massimo. Pedro? Era un’operazione che avevo condotto io prima che me ne andassi via. Lo volevamo tutti, io credo che sia un elemento molto forte, secondo me può crearti la superiorità numerica, poi penso che anche lui abbia vissuto degli alti e bassi. A me però piace, sa sempre cosa fare. Penso che in quel momento Fonseca sia andato un pochino in confusione con tutte quelle pressioni, è stato abbandonato un po’ a se stesso anche nella gestione dello spagnolo. Tiago Pinto? Andare a giudicare un collega non è mai corretto e delicato”.

“Fonseca? Secondo me rimane un buon allenatore. Avrebbe avuto bisogno di essere aiutato un po’. Consideriamo che il portoghese comunque a mio avviso andava sostenuto, però comunque la Roma giocava bene, poi magari qualche imbarcata la si è presa, non credo che la Roma di quegli anni fosse distante da questa. Era un allenatore che doveva fare il suo rodaggio. Io sostengo che la figura del direttore sportivo sia di campo, l’allenatore ha bisogno di qualche consiglio. Serve qualcuno che ne contrasti la visione, che lo faccia ragionare. Io penso che la figura del direttore sportivo sia molto importante sotto questo punto di vista”.

Veretout? Fu chiamato dal Milan, però alla fine l’idea della Roma, si è sentito importante, l’ho fatto parlare col mister. Non solo lui, tanti ragazzi hanno seguito il nostro percorso nonostante i molti corteggiamenti. Devo dire che poi Lorenzo Pellegrini era il capitano anche senza fascia all’epoca, ha esercitato il suo essere romano e romanista con molti ragazzi. Avere un romano e romanista dentro sicuramente ti aiuta moltissimo. Resta il fatto che il francese è un purosangue, devi lasciarlo un po’ a briglia sciolta. Se lo lasci andare ha i tempi, si inserisce, credo che magari un pochino stia patendo qualcosa a livello tattico, ma questa è una mia considerazione. Più corre, più si trascina dietro gli avversari e se li porta a passeggio”.

Spinazzola? Sicuramente l’infortunio ha penalizzato moltissimo la Roma. E’ un giocatore che tutta Europa ci ha invidiato. Poi sulle scelte del sostituto preferisco non esprimermi. Forse avrei continuato sulla strada di puntare sui giovani, un ’99, ’00, ’01, un’operazione alla Reynolds magari con un elemento più pronto. A me Calafiori in quel ruolo non dispiace, secondo me può essere una valida alternativa”.