Oggi c’è il VAR, il 22 ottobre 1967 nasceva la moviola

E’ palese ma lo ribadiamo lo stesso: il VAR ha cambiato il nostro modo di fruire il calcio, il modo in cui vediamo le partite, addirittura il modo in cui esultiamo, perché in alcune situazioni ci aspettiamo la beffa dopo il controllo video. Una rivoluzione radicale, più o meno accettata sia dalle singole persone che a livello culturale (e non credo che il termine non sia corretto, anzi) dai vari paesi e quindi dai vari campionati che la adottano.

Per molti ha snaturato il gioco, per altri era più che necessaria vista la mole enorme di episodi dubbi che accadono in un anno di partite: tra sostenitori e contrari ci sarà sempre un accesissimo dibattito, destinato a durare a lungo. Poi diciamocelo, le polemiche intorno al calcio e intorno ai singoli episodi esistono da sempre e il calcio non sarebbe più lo stesso se venissero meno, fanno parte di diritto della storia di questo sport e rappresentano una categoria ben definita a cui tutti possono attingere: dal gol di Turone in poi anche noi giallorossi abbiamo una lista quasi infinita di cose da raccontare. Che a volte ci sono costate parecchio, ma questa è un’altra storia.
Il VAR comunque è il frutto di un percorso davvero molto lungo e articolato, che attraversa oltre 50 anni. Forse non per caso poi, l’antenata del Video Assistant Referee è nata proprio nel nostro paese, in una domenica dopo un derby di Milano. Per l’esattezza era il 22 ottobre del 1967, e negli studi della Rai stava per andare in scena qualcosa che avrebbe cambiato il corso degli eventi.

Andiamo con ordine: la stagione è quella 1967-68, a San Siro si gioca il derby della Madonnina. Da una parte c’è un Milan a caccia del nono scudetto, dall’altra l’Inter di Herrera, alla fine del suo ciclo magico. Al minuto 57 i nerazzurri passano in vantaggio con Benitez. Il Milan si riversa in attacco alla ricerca del pareggio e a meno di quindici minuti dal termine accade l’episodio clou: tiro di Rivera che impatta sulla traversa e poi rimbalza a terra sulla linea di porta. Dal vivo non si capisce bene se il pallone sia entrato o meno, ma l’arbitro D’Agostini decide di convalidare la rete, scatenando furiose proteste da parte dei nerazzurri. Per la cronaca, la partita terminerà poi 1-1.
Quel gol-non goal suscita subito polemica anche tra giornalisti e addetti ai lavori: sarà Carlo Sassi ad avere l’intuizione giusta. Rivendo i vari fotogrammi dell’azione si accorgerà che il pallone tocca la linea alzando la polvere bianca del gesso: non era un gol da dare al Milan.

Durante l’edizione della Domenica Sportiva di quella sera, l’azione al rallentatore verrà tramessa in diretta, e nulla sarà più lo stesso. Nascerà la moviola, piano piano perfezionata nel tempo con l’ausilio della tecnologia fino ad arrivare ad oggi, dove è regolamentata e parte integrante dei match che vediamo in televisione. Ma è nato tutto da lì, da quella intuizione di Sassi e dalla lungimiranza dei vertici Rai che avallarono quell’idea, nel tempo dimostratasi vincente e rivoluzionaria.