Fonseca vede rosso dopo Roma-Sassuolo: le contraddizioni della Serie A

La particolarità di Roma-Sassuolo può essere ritratta, in sostanza, nella pesante mano dell’arbitraggio che ha indirizzato la partita. L’ha indirizzata non solo negli episodi, ma anche negli animi agitati dei protagonisti in campo. L’arbitro Maresca già nel primo tempo ha preso decisioni poco chiare nella gestione dei cartellini e ha dato prova forse di eccessiva suscettibilità in occasione dell’ammonizione di Mirante poco prima del duplice fischio. Il portiere giallorosso aveva gridato “È fuorigioco!” in un’azione neroverde fermata in ritardo, facendo così la sua comparsa sul taccuino dei cattivi.

Da questo punto di vista Maresca ha mantenuto una coerenza invidiabile e quando, nell’intervallo, il tecnico Fonseca gli si è avvicinato per contestare le tante ammonizioni a fronte dei pochi falli commessi, ha quasi immediatamente estratto il rosso. La Roma, quindi, nella ripresa si è ritrovata ad affrontare il Sassuolo privata di Fonseca in panchina e privata di Pedro, espulso al 40° per somma di ammonizioni.

Nonostante l’uomo in meno e l’allenatore in tribuna, i giallorossi hanno stretto i neroverdi nella loro metà campo in un arrocco quasi assoluto, rischiando addirittura di vincere la partita. Il gol annullato a Mkhitaryan, il rigore clamorosamente non richiamato da Guida al VAR, il mancato rosso diretto a Obiang per il fallaccio su Pellegrini sono le sviste più grossolane di un pomeriggio da dimenticare per la coppia arbitrale Maresca-Guida.

Dopo la partita

A fine gara Fonseca non ci va leggero e parla chiaramente di “partita condizionata da scelte incomprensibili”. Nei giorni successivi si sono susseguite molte polemiche circa la cattiva prestazione del fischietto di Napoli, per questo l’AIA ha deciso di sospenderlo per un turno. Per la Roma è una magra, anzi magrissima, consolazione. Domenica prossima andrà in trasferta a Bologna senza Pedro e probabilmente senza Pellegrini, senza il proprio allenatore e con due punti in meno in classifica.

Naturalmente non esiste modo per annullare ciò che è stato deciso durante la partita di domenica, però si potrebbe quantomeno lasciare tutto com’è. Ieri, invece, è arrivata quella che sembra a tutti gli effetti una contraddizione. Paulo Fonseca ha ricevuto, oltre alla giornata di squalifica, un’ammenda di 10mila euro per quanto accaduto all’intervallo di Roma-Sassuolo. Scrive il Giudice Sportivo che “mentre i calciatori titolari lasciavano il terreno di giuoco, [Fonseca, NdR] si avvicinava al Direttore di gara con fare aggressivo proferendo parole irrispettose”.

Le contraddizioni

Ciò che in questa vicenda è particolare, assurdo, contraddittorio, è che l’AIA abbia riconosciuto la condotta di Maresca come errata, e infatti l’ha sospeso. Le sue decisioni sono impossibili da annullare, e di questo occorre prenderne serenamente atto. Azzerare i cartellini elargiti ingiustamente, aggiungere quelli erroneamente non esibiti, rivedere eventuali diffide e squalifiche a essi conseguenti sarebbe impossibile. Ciò che invece appare incomprensibile è operare su queste decisioni andando ad aggiungere una sanzione pecuniaria di cui si fa fatica a vedere l’appropriatezza.

Dalle immagini di quanto successo in quei concitati istanti si vede il tecnico portoghese adirato e scuro in volto rivolgersi all’arbitro; tuttavia è difficile pensare a delle frasi irrispettose da parte di un uomo che si è sempre distinto per eleganza e sobrietà anche nella comunicazione. Di quei momenti, Fonseca ha parlato così: “Ho detto all’arbitro che avevamo sei falli commessi e cinque ammonizioni, che forse stava esagerando”. La frustrazione del momento ha senz’altro guidato l’espressione con foga, ma una squalifica per proteste appare davvero esagerata. A questa si è addirittura aggiunta una multa.

Sono scene che si vedono ogni settimana a bordocampo, eppure sembra che provvedimenti di conseguenza vengano presi “a campione”. Nello stesso comunicato del Giudice Sportivo, inoltre, si legge che anche Pavel Nedved e Fabio Paratici hanno ricevuto la medesima ammenda di 10mila euro per aver rivolto dalla tribuna “epiteti gravemente insultanti”, il primo, ed “espressioni irriguardose”, il secondo, agli Ufficiali di gara. Già la descrizione degli eventi lascia immaginare un tenore diverso rispetto a quanto successo con Fonseca in Roma-Sassuolo, eppure la sanzione è la stessa. In questo caso è stato utilizzato lo stesso peso in due misure differenti. Viene da chiedersi quale sia, se c’è, il valore dei provvedimenti del Giudice Sportivo: se si tratta tutto nello stesso modo, si finisce per svilirne la gravità. È, questa, solamente un’altra delle mille contraddizioni radicate nel sistema calcistico italiano.