Soddisfattissimi della vittoria di ieri a Torino, quel bel rotondo 0-3 che ci conferma aritmeticamente, ancora una volta, sul palcoscenico europeo anche nella prossima stagione, torniamo a fare i conti con il nostro “io”.
Non mentiamo a noi stessi: l’ansia comincia a salire. Quel pizzico, quel fremito che cerchi di allontanare e che le cose della vita, ovviamente, ti aiutano a tener momentaneamente distante per un poco, ma che puntuale, con una cadenza più o meno regolare, si riaffaccia e prende il dominio dei tuoi pensieri.
Si, l’attesa è come un processo di un server che lavora in “backgound”, in modalità “idle”. Sta li. Non si fa notare esplicitamente ma è attivo.
Sotto traccia
Lavora sotto traccia e basta un niente, letteralmente un insignificante evento (una immagine, una voce, un passante con addosso un qualcosa che richiama alla Roma) affinché torni attivo e prenda il controllo totale di tutte le tue risorse mentali.
E la tua contromisura per arginare l’esaurimento delle tue risorse psicofisiche necessita di uno sfogo; vai su una pagina a cercare notizie su Mikhi ed i suoi muscoli.
Ti rivedi i gol di Tammy e del Capitano di ieri, oppure se stai per strada entri nel Roma Store e con la scusa di un regalino per il compleanno del tuo nipotino, passi in rassegna TUTTA la merce esposta.
Finisce che stai li dentro un’ora e passa e spendi un tot, fai felice il nipotino e per un po’ rallenti il battito, acquieti il fremito. Da qui a mercoledì però è ancora lunga e già sai che il processo in “background” è tornato a lavorare sottotraccia.
Quattro anni luce
Mancano quattro giorni alla Finale di Tirana. In realtà li percepiamo come quattro anni luce.
Per fortuna sai anche che domani alle 14.15 hai comunque un appuntamento importantissimo con la Roma; le nostre splendide ragazze giocheranno a Ferrara e cercheranno di rivincere la Coppa Italia (diretta TV su La7).
E capisci che la tua ansia dipende anche da quello, ma almeno vedendo in campo i colori di Roma, così splendidamente onorati dalle ragazze di Mister Spugna, un minimo smorzi la tensione.
Poi però, da domani sera non ci sarà più una occasione simile, utile a limitare, contenere, smorzare la tensione. E ti dovrai inventare nuove contromisure per tenere a bada l’ansia fino a Mercoledì sera.
Confesso però che in fondo non è un fastidio. Anzi, è bellissimo.
Uno stato d’animo diametralmente opposto rispetto a chi in questi giorni vive nel terrore che accada “quella cosa”. Un terrore evidenziato non solo da chi, qui nei dintorni dell’Urbe, da sempre vive un irrimediabile complesso di inferiorità, ma anche da tantissimi altri che non possono tollerare una Roma vincente.
Soprattutto se guidata da uno come Mourinho, capitanata da un figlio di Roma e diretta da due imprenditori americani che sin qui hanno mostrato serietà, solidità e programmazione comprendendo che l’asset più importante della Roma è il suo popolo.
Come nei magici anni ’80
Ed hanno radicalmente invertito la rotta, rispetto ad esperienze più o meno recenti, coltivando ed arricchendo un rapporto che si è rivelato un valore aggiunto potente, quasi decisivo, producendo come risultato che la Roma è tornata ad essere, come nei magici anni ’80, un monolite. Un’entità unica fusa in 11 casacche che rappresenta una città, un popolo e la sua squadra.
C’è una nuova consapevolezza, un “qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico” che riporta alla mia mente cinquantenne i sapori, i friccicori, le belle ansie da attesa, di quando ero ragazzino e sognavo di essere Agostino, ed era sempre estate, era sempre luce, era sempre ROMA.
E lo vogliamo tutti, vivere ancora quel tempo (noi più stagionati) e farlo vivere a chi non lo ha vissuto. Anche se sarà diverso e un tantino “corrotto” dalla modernità plastificata e precotta del calcio moderno.
Ma la ragione di fondo, il quid, quel che ancora oggi resta valido ed attraversa lo spazio ed il tempo è il Romanismo. Quel sentimento, quell’indescrivibile potenza che si impossessa di te, della tua mente. Quella poderosa forza, l’amor che move il sole e l’altre stelle.
E che oggi, fino almeno a mercoledì ti attraverserà e sconquasserà con stati umorali variabili. Dimmi cos’è…l’ansia.